Passata di pomodoro: queste marche sono piene di zuccheri e additivi, evitale!

La passata di pomodoro è un must assoluto in qualsiasi dispensa e cucina italiana, essendo una delle forme più comode ed efficaci per la preparazione di numerosi piatti tipici del nostro paese. La passata si distingue dalla pelata e di tutte le categorie relative per la tipica forma vellutata e priva di parti fisiche evidenti come semi e bucce.

Acquistare la passata di pomodor al supermercato o dal rivenditore di fiducia è semplice, meno facile risulta essere optare per quelle più sane, senza zuccheri, additivi, ed altre “aggiunte” particolari. Per motivazioni legate alla conservazione ma anche per modificare leggermente il sapore infatti, non tutte le passate sono “unicamente” composte da pomodoro. Quali scegliere, quali evitare, e cosa sapere?

Cosa è la passata di pomodoro

Fa parte come prodotto comune, delle cosiddette conserve vegetali ossia tutti quei prodotti che rientrano in ambiti specifici e vanno solitamente conservati attraverso una bottiglia di vetro, chiusa durante la produzione in maniera ermetica. Per legge deve essere consensualmente presente in questo contenitore pomodoro esclusivamente fresco senza “allungo” con acqua.

I pomodori sono suddivisi per qualità, sottoposti a cottura e nella composizione sono accettati per legge solo alcuni elementi come l’acido citrico ed una quantità limitata di sale, elementi che servono basilarmente a mantenere una adeguata conservazione nel tempo. Così come è obbligatorio riportare da parte del produttore la provenienza dei pomodori e dove l’imbottigliamento è stato concepito.

Scegliere la passata: come fare

Come evidenziato, vi è una regolamentazione ed una presenza di contenuti presenti nella bottiglia della passata molto definito, però non sono particolarmente restrittivi i quantitativi di sale ad esempio. Meglio evitare le passate che contengono troppo sale, limitando a 0,4 grammi di questo esaltatore di sapidità ogni 100 grammi di passata effettiva.

  • Controllare il colore, deve essere vivo ed omogeneo ma al tempo stesso non troppo “finto”
  • Possibilmente conviene optare per pomodori provenienti da agricolture italiane, ancora meglio se biologiche

Infatti il pomodoro pur essendo una pianta decisamente resistente, viene coltivato in maniera intensiva, e per ridurre i costi al dettaglio, in diversi casi anche aziende produttrici molto famose hanno visto una riduzione della qualità. Per questo motivo è anche utile controllare le sigle presenti sul tappo o sull’etichetta che evidenziano quando è stato inscatolato il prodotto.

Dopo la “L” di lotto è presente una lettera, che evidenzia l’anno, quindi U fa riferimento al 2021, la F al 2022, la M al 2023 e G per 2024, sono presenti anche dei numeri compresi nel “range” tra 190 e 290 identificano il periodo dei giorni di inscatolamento e lavorazione dopo la raccolta. Se sono presenti, la passata sarà stata concepita da pomodori maggiormente freschi.

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