La parola “salsa di pomodoro” è tanto diffusa quanto generica per definire una forma di conserva che ha, naturalmente, al centro il concetto di pomodoro, un ortaggio che in realtà dal punto di vista botanico è un frutto, che viene largamente utilizzato non solo nella cucina italiana, anche se il nostro paese ha un notevole impatto dal punto di vista produttivo.
Tra le marche è bene differenziare per qualità e non sempre, secondo vari test, le più conosciute sono le “migliori” globalmene parlando, anzi in alcuni casi proprio i brand più famosi ed utilizzati sono stati considerati “meno buoni” per il consumatore. Con anche alcuni scandali tra il processo di vendita e quello di produzione, conviene scegliere con attenzione.
I rischi della salsa di pomodoro
Salsa di pomodoro può voler significare “tutto” o “niente”, quasi sempre però si fa ricorso a questo nome per definire la passata, la pelata ma anche il concentrato, che sono tutti prodotti che fanno parte dei conservanti di pomodori ma hanno caratteristiche diverse. La passata infatti è più liquida, sottoposta attraverso un processo di selezionatura e lavorazione specifica, la pelata presenta parti del pomodoro, il concentrato è invece una forma più “compatta” realizzata dall’ortaggio.
Esistono alcune cose da ricordare quando si va ad analizzare una salsa di pomodoro, in particolare nell’aspetto ma anche consultando l’etichetta. Sono presenti da tempo infatti dei crismi piuttosto particolari e definiti che raramente possono essere superati nel rispetto delle normative. A cosa bisogna fare attenzione quando si acquista una salsa di pomodoro?
Come scegliere
Le marche sono numerose, quindi anche il guadagno delle società è risibile rispetto ad altri prodotti. Il mercato appare quasi “pieno”, per questo il consumatore deve evitare prodotti troppo economici, non regolamentati e controllati, per una questione di buon senso e condizione di salute futura, nello scegliere prodotti di così larga diffusione e consumo. In particolare:
- La passata deve essere omogenea nel colore e nella consistenza oltre a poca presenza di elementi aggiuntivi come l’acido citrico e sale (entrambi comunque “legali” nelle quantità giuste), ed è importante valutare la provenienza dei pomodori
- I pelati vanno scelti in base anche in questo caso dalla provenienza, più è “vicina” meglio è anche per una questione di conservazione
In entrambi i casi si parla di conserve che sono sottoposte ad una operazione di riscaldamento così da rendere il prodotto adatto alla conservazione, i pelati sono meno lavorati, per questo una volta aperti conviene controllare che non siano presenti parti “non rosse”, che sarebbero indice di un pomodoro non sufficientemente ben selezionato.
Sulle passate conviene consultare le lettere presenti obbligatoriamente, dopo la prima “L” che evidenzia il lotto, la lettera G evidenzia che è stato prodotto nel 2024, mentre i numeri successivi se presenti indicano il periodo dell’anno di raccolta legati all’imbottigliamento, il numero più ridotto appare, più fresca sarà la produzione evidenziata di pomodoro.