L’olio d’oliva è uno dei condimenti più utilizzati nel nostro paese, anche perché abbiamo molte regioni che hanno come specialità proprio la produzione di olio. Questo alimento è essenziale nella dieta mediterranea, ma non tutti gli olio sono uguali. Vediamo qui quali sono le peggiori marche di olio d’oliva e quali sono quelle che contengono meno sostanze nutritive.
L’olio è ricco di proprietà benefiche che si presentano come particolarmente per il benessere del nostro organismo. Ovviamente, essendo un condimento, va utilizzato con moderazione e si preferisce sempre un utilizzo a crudo. Ecco quali sono le marche peggiori di olio d’oliva che nascondono insidie che compromettono l’alta qualità del prodotto.
Peggiori marche di olio d’oliva: ecco quali sono
L’olio di oliva è un alimento di grande qualità che se prodotto nella maniera giusta e con le materie prima di prima scelta è un alimento anche particolarmente benefico per il nostro corpo. Quello che c’è da precisare è che non tutti gli olio si contraddistinguono per la stessa qualità e per la stessa composizione.
Fondamentale è sicuramente conoscere quelle che possono essere delle valide strategie per difendersi da un acquisto di olio di scarsa qualità. In primo luogo il consiglio è quello di leggere le etichette nutrizionali che sono riportate sopra i prodotti, perché conoscere la provenienza delle oliva e le modalità di lavorazione fa la differenza. In secondo luogo si vanno a verificare le certificare come marchi DOP e IGP che sono una garanzia di alta qualità.
Come riconoscere un olio di bassa qualità: ecco le modalità
Conoscere quali sono i criteri che vanno a determinare la qualità di un olio d’oliva è molto importante. I prodotti di qualità, in caso di olio di oliva, si ottengono innanzitutto con l’estrazione a freddo da olive di prima qualità che devono essere raccolte al momento giusto. Se i prodotti rispettano questi standard saranno di qualità. Vediamo alcuni segnali che ci indicano che l’olio è di scarsa qualità:
- Prezzo particolarmente basso
- Provenienza poco chiara
- Sapore alterato
- Odore alterato
Alcune aziende utilizzano delle pratiche poco trasparenti per abbassare i costi ed andare a minimizzare i profitti. Ad esempio miscelare oli di semi e oli raffinati, in questo modo si va a vendere un prodotto di scarsa qualità con dei benefici nutrizionali minori rispetto all’olio d’oliva. Il tutto è possibile a causa anche di una mancanza di controllo adeguato.
In conclusione, possiamo dire che comprare l’olio d’oliva buono e puro può essere fatto con le giuste accortezze. In primo luogo è fondamentale leggere le etichette per conoscere la località coltivazione e le modalità di produzione dell’olio. Le peggiori marche di olio d’oliva sono quelle che vanno ad ottenere come prodotto finale una qualità organolettica scadente.