Il salmone è uno dei pesci più apprezzati ed è proprio per questo che risulta essere uno degli esemplari più allevati non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Sono davvero tante le ricette che si ispirano a questo pesce, il quale può essere consumato cotto ma anche crudo a seconda delle esigenze dei consumatori e dei piatti che si desiderano sperimentare.
Ma qual è la differenza fra il pesce che viene pescato e quello che, invece, viene seguito e tutelato sotto un determinato tipo di allevamento? Che cosa succede se preferiamo quest’ultima tipologia rispetto a quella della pesca libera? Ecco qualche curiosità su questo argomento che sta interessando davvero tantissime persone e la verità circa il consumo del pesce di allevamento.
Che differenza c’è tra il salmone tradizionale e quello di allevamento?
Il re di tutti i pesci grassi ma anche di quelli che si differenziano per determinate caratteristiche è certamente il salmone, che da sempre risulta essere uno dei più annoverati sia all’interno della cucina italiana che per quanto riguarda quella asiatica o norvegese. Si tratta infatti di un esemplare molto gustoso, la cui carne risulta essere davvero molto buona e che adottando le giuste procedure può essere consumato sia crudo che cotto. Il salmone è poi ricco di proteine, ma anche di grassi polinsaturi che fanno molto bene alla salute e che non comportano alcun tipo di rischio.
Il salmone può essere selvaggio o d’allevamento. Nel primo caso parliamo di un esemplare che vive negli oceani e nei mari e che proprio per questo motivo appare più pallido, in quanto si ciba di quello che trova. Quello d’allevamento, invece, viene cresciuto in piccole gabbie che contengono diversi esemplari, i quali non solo verranno nutriti con degli alimenti che tenderanno a rendere la carne dell’esemplare molto più arancione, ma riceveranno anche antibiotici e sostanze che permetteranno al pesce di diventare sempre più grasso.
Cosa succede se mangiamo salmone d’allevamento?
In realtà il pesce tradizionale e quello di allevamento non presentano grandi distinzioni, se non magari per le dimensioni che nel primo caso risultano essere più trattenute e per il colore a seguito dell’ingestione di mangime che tende a conferire quella tonalità aranciata al salmone. Chi mangia salmone d’allevamento deve quindi sapere che:
- La carne del salmone contiene sostanze in grado di agire come antinfiammatori naturali
- Si tratta di un cibo che fornisce molta energia all’organismo
- Contiene Omega 3, sostanza che favorisce il funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio
In realtà non succede nulla di brutto se decidiamo di consumare salmone d’allevamento, in quanto andremo ad assumere un alimento controllato, anche se purtroppo è sottoposto a terapie antibiotiche per evitare di contrarre malattie e parassiti. La carne sarà sempre di ottima qualità e soprattutto in grado di offrire dei risvolti inaspettati come la capacità di combattere l’infiammazione.
Allo stesso tempo il salmone riesce a garantire all’organismo tutta l’energia della quale ha bisogno per portare a termine le sue funzioni. Uno degli aspetti che non bisogna assolutamente dimenticare è quello legato all’introduzione degli Omega 3 che, per l’appunto, sono studiati appositamente per garantire il buon funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio.